La passione che rende astuti. L’amore che attraverso l’inganno mira al soddisfacimento del desiderio sessuale. La beffa dell’inganno e l’impotenza dell’innocenza contro astuzia e fanatismo.
1539, Cosenza. Maria è una fanciulla di quasi 13 anni su cui, durante la festa per omaggiare il passaggio di Carlo V, cadono le mire sessuali dell’alfiere del re, Sua Eccellenza Mendoza. Egli riuscirà a circuire la fanciulla puntando sull’innocenza e sulla grande ingenuità della ragazza pur di soddisfare i suoi appetiti. Maria a causa della stoltezza e l’incoscienza dei suoi anni finirà anche vittima del fanatismo religioso del suo tempo.
1539: il viaggio cerimoniale di Sua Maestà l’imperatore Carlo V, vittorioso dopo Tunisi, fa tappa nella città di Cosenza. Immensi fermenti avvolgono la nobiltà e l’aristocrazia cosentina che per l’occasione, surclassati i comuni archi di trionfo, tappeti, fiori e fuochi di artificio, organizzano un banchetto tra scintillii di posate e calici di cristallo, contornati dal dolce abbraccio di profumi e aromi dell’opulenta cucina. Ad ospitare tanto profluvio è il palazzo del sindaco. Tra i suoni dei musicanti e l’armonia di dame e cavalieri che ondeggiando con tanta grazia, si scorgono a fondo sala alcune delle giovanissime figlie del Sindaco alle prese con profumi di liquori e colorate squisitezze mentre affrontano per la prima volta la mondanità e la coinvolgente gaiezza del tutto. È la loro bellezza pura e innocente ad allietare l’ambiente. Tra di esse una spicca sull’altre: Maria del Rosario, aspirante tredicenne, capelli castani, occhi penetranti e sorriso dolcissimo che a suon di corde armoniose scalpita e danza a centro sala. Quanta acquolina suscita nell’immaginario dell’eccellenza Mendoza, alfiere di sua maestà! Egli la corteggia da furbo gentiluomo, ma lei non ha mai conosciuto l’amore, e i suoi teneri anni non le permettono di intuire quali manovre stiano ispirando tanta nobiltà. Prossimo allo speronamento egli s’illumina. “In me c’è lo spirito dell’arcangelo Gabriele, inviato da Dio per dar vita con te al nuovo Salvatore!”.
Lei, cresciuta secondo la tenace obbedienza a Dio, data dal convento cui è destinata, non potrebbe mai rifiutare! Volpe astuta sua eccellenza!
“Serva di Dio sono, eccellenza! Come posso servirlo?” accoglie l’inganno Maria.
“Dio insegna l’amore. Tu hai mai amato ragazza?”
“Non lo so.. Che cos’è?” rispose impacciata la giovane.
“L’amore è stupore e meraviglia! L’amore è il respiro intenso di Dio durante al creazione! Oh dolce fanciulla non respingere il mio amore! Amami, sii mia, lasciati andare a ciò che Dio in cuor ti ispira!”
Affascinata da tante dolci parole e spinta da un’innocenza troppo immatura per non cedere, anche lei si lanciò sulla scia di tanto fervore:
“Oh messere! Sì, sento d’amarvi! Sento nel cuore il palpito che mi spinge nelle braccia vostre! Non so cosa sia..”
“Mia cara, questo è l’amore! Dio ci spinge l’un l’altro!”
“Oh, mio angelo dagli occhi splendenti! Cosa comanda dunque Amore?”
“Quando la luna sarà più alta, stanotte ti calerai dalle mura del convento. Io sarò giù ad aspettarti. Così vuole il Cielo. Insieme compiremo l’opera Celeste!”.
Così Maria adempie ai suoi doveri di serva di Dio, e trottando sul cavallo a lei destinato, ritorna passata l’alba alle mura del convento, fiera e piena di gaudio per l’opera compiuta.
“Sono la nuova Vergine Maria! Il Signore ha concepito per mezzo del mio ventre!” si confida con la sorvegliante. La donna, che supera Maria per età ed intelletto, consapevole dell’immane sciagura avvisa il Sindaco che beffato nella sua stessa casa, corre alla curia a denunciare il fatto.
Il processo è avviato: Carlo V deve presiedere, che imbarazzo!! A difesa di colei beffata o a beffa di colui che lo serve?
Lo salva madonna Inquisizione: “Bisogna punire il corpo e purificare l’anima della giovane perché nessuno ha diritto di salvare il corpo e condannare in eterno l’anima. E l’anima si purifica solo con il fuoco!”
E fiamme furono per la povera Maria del Rosario, che infiammata d’ardore per il Cielo, fu castigata invece dalle fiamme infernali del marpione satanasso spagnolo che allegramente poté trottare per molte lune ancora sul sagace destriero!
abiti: Istituto di Istruzione Superiore “Da Vinci-Nitti” via Bosco De Nicola Cosenza
modelli: Natascia Campagna e Angelo Francesco Curcio
Ricerca storica: Luigi Bilotto
Adattamento testi: Alessandra Key Cappa;
Acconciature e trucco: Vicky Guzzo hair stilist
Foto: Biagio Oliverio