La mentalità e i pregiudizi sociali che ostacolano l’amore. La tentazione femminile che annienta la resistenza maschile. Il timore dello scandalo che si tramuta in violenza e menzogna.
Palazzo di S. Stefano, Reggio Calabria. Bianca è una giovane donna di buona famiglia, che nutre un particolare trasporto per lo stalliere di famiglia. Lui è un giovane beneducato e rispettoso che nonostante la sua tempra, alla fine cede di fronte all’eleganza sensuale del corpo femminile. La loro passione verrà assassinata dai genitori della ragazza che pur di coprire un “disonore” saranno disposti ad accogliere la morte di entrambi i giovani.
L’antico palazzo di S. Stefano, secondo la tradizione popolare, fu scenario di una triste vicenda amorosa. Vi abitava una nobildonna, figlia di un ricco proprietario terriero. La giovane, come molte donne dell’epoca, per passatempo oltre al libro e al filo, era solita visitare le ben fornite stalle della sua famiglia. Da poco, nella collezione del padre era giunto una splendido anglo-normanno sauro, cui il giovane stalliere Crispino era stato assegnato. I due giovani si conoscevano da tempo, poiché se ella aveva imparato a cavalcare e amare i cavalli era stato proprio grazie al giovane che l’aveva affascinata più d’una volta con la maestria e la saggezza del suo lavoro. Crispino era sempre stato un giovane di bell’aspetto. Non che possedesse un particolare avvenente; erano i suoi modi gentili, la sua semplicità, la sua soddisfazione nel vivere con onore anche una vita difficile a renderlo particolare agli occhi di Bianca, che più d’una volta aveva lasciato intendere la sua inclinazione verso giovane. Ma lui mai aveva avuto nei suoi confronti uno slancio che andasse oltre al rispetto per la figlia del padrone. Aveva resistito fino al giorno in cui, vedendola apparire nella stalla, di rientro da una cavalcata sotto la pioggia battente, nell’asciugarle i capelli spettinati e fradici, si era lasciato andare alla tentazione di sfiorarle quel collo d’avorio che, tra i concitati abbracci pieni di paglia, baciò per lungo tempo. Da allora non ci fu giorno in cui Bianca mancasse una sola cavalcata! Né vento, né pioggia, né nebbia, poterono spazzare via il dolce calore del loro amore coperto da una rude coperta di pagliericcio. Ma è ben noto quanto un amore nascosto possa restare tale dopo la soglia del primo atto! La madre di lei ben poco ci mise per interpretare i sospiri della figlia, come ben poco impiegò nell’avvisare il marito e punire la giovane. Il timore dello scandalo, il disprezzo per lo stalliere furono più forti dell’amore filiale. Bianca fu murata viva in una stanza remota del castello e come giustificazione della sua scomparsa fu inventato un omicidio da parte di un amante rifiutato: Crispino, che fu condannato ai lavori forzati. Per quanto alla fine la speranza e la testardaggine di chi non ha mai creduto all’omicidio abbia aiutato a svelare l’inganno, ormai per il loro amore fu troppo tardi. Il destino riservò la pazzia per lei, persa nel buio di mura ossessive, e una grave malattia per lui che lo portò via proprio il giorno in cui finalmente venne dichiarato innocente.
abiti: Barbara De Seta
modelli: Raffaella Gallizzi e Antonio Miletta
Ricerca storica: Luigi Bilotto
Adattamento testi: Alessandra Key Cappa;
Acconciature e trucco: Vicky Guzzo hair stilist
Foto: Biagio Oliverio