
L’amore come occasione. Il sentimento della passione carnale. L’amore che ingentilisce da un lato, e la passione che rende brutali dall’altro. La passione che diventa malattia.
Reggio Calabria, XVI sec. Flavia è la giovane figlia del Signore del luogo che sceglie d’istinto di seguire il sanguinario Barbarossa spinta dalla promessa di libertà per la sua città da una parte, e dalla sfrenata lussuria per il guerriero dall’altra. Una lussuria che diventerà ossessione fino ad essere morte stessa per l’uomo troppo desiderato.
Nel XVI sec., una flotta turca di ben 200 navi, al comando di Arianedo Barbarossa, diede fondo alle ancore davanti a Reggio Calabria, stringendolo d’assedio e logorando i nervi alla popolazione con periodiche incursioni a terra. Dopo una strenua resistenza, il reggente spagnolo don Diego Gaetani si arrese nella speranza di evitare nuovi danni e difficoltà. Barbarossa fu allora accolto in pompa magna nel castello di Gaetani, che seppur pieno di sorrisi per il vincitore, temeva fortemente per la propria sorte. Barbarossa, pur sanguinario guerriero risparmiò tutti e gira voce che sia stato per merito della bellissima Flavia, figlia del reggente spagnolo, presente alla cerimonia di accoglienza per il Barbarossa, in compagnia del suo promesso, Alvarez de Guzman. Si racconta che come Barbarossa la vide, se ne invaghì all’istante a tal punto da diventare, a beffa della sua cruenta natura, il più docile degli agnellini! Eppure cosa gli sarebbe costato prenderla con la forza? Era il vincitore! Che l’avrebbe fermato? Ciononostante, con Flavia non si comportò da burbero qual’era. Si limitò a proporle di andare via con lui con la promessa di lasciare in pace la città e risparmiare la famiglia e tutta la popolazione. Sì, certo, è pur sempre un ricatto, una forma di violenza, ma per uno come Barbarossa ciò rappresentava uno dei più alti livelli di civiltà!! C’è chi si domanda ancora se Flavia abbia accettato per nobiltà d’animo, o perché colpita dal fascinoso corsaro dai modi di perfetto gentiluomo che lei era riuscita a piegare con uno sguardo. Certo è che accettò! Lo sposò e lo seguì anche nella fede religiosa, rinnegando la cattolica. Tuttavia, per quanto Barbarossa possa esser considerato fortunato, ebbene la sua fortuna fu la sua rovina! Pare che tutti gli sforzi compiuti in mille e mille battaglie a nulla servirono contro le infuocate voglie della consorte! Il grande Barbarossa, avvolto nella fitta rete del talamo nuziale, perì per sfinimento d’amore! Una morte invidiata dicono molti! Abbattuto dalla più grande delle estasi! Eppur sempre morte è! Una sola domanda ancora vaga nei secoli senza trovar risposta: fu il desiderio d’amore o l’eccessiva passione per il consorte a fare del sentimento rosa il letale abbraccio della morte?
abiti: Barbara De Seta
modelli: Raffaella Gallizzi e Antonio Miletta
Ricerca storica: Luigi Bilotto
Adattamento testi: Alessandra Key Cappa;
Acconciature e trucco: Vicky Guzzo hair stilist
Foto: Biagio Oliverio