La contemplazione del sentimento attraverso lo sguardo. L’amore ostacolato da ideali di famiglie contrastanti. La condizione della donna destinata alla non libertà. L’omicidio impunito, la codardia e il tradimento usate come virtù per la salvezza.1830- 1840. Adele e Saverio sono due giovani innamorati. Il loro è l’amore romantico fatto di sguardi e contemplazione. Il loro amore sarà ostacolato dai fratelli di lei che uccideranno Saverio lasciando che Adele si chiuda nel dolore di un cuore spezzato dalla perdita della persona amata e martoriato dal disprezzo per la codardia e l’assenza di onore dei fratelli impuniti.
La storia si pone fra la fine degli anni 1830 – 1840 a cavallo del periodo storico carbonaro-rivoluzionario ed ha in comune alcuni tratti melodrammatici del racconto e delle vicissitudini di Romeo e Giulietta decantata dal grande William Shakespeare, con una differenza: quest’ultima è il frutto della fantasia del poeta, mentre questo racconto è vera storia.
Protagonisti due giovani, appartenenti all’aristocrazia catanzarese e a due famiglie fra le più note della città. Lei, Adele, figlia appena ventenne del marchese De Nobili, lui Saverio Marincola, figlio dell’omonima casata nobiliare. La loro relazione era osteggiata fortemente dalle due famiglie che erano divise anche per le loro tendenze politiche: la prima, fedele al governo borbonico, l’altra, progressista e rivoluzionaria, appoggiava la politica indipendentista carbonara.
Il loro era un amore clandestino, fatto di baci e promesse volanti che i due ogni sera si regalavano da una finestra del palazzo De Nobili che tratteneva lei e allontanava lui. Scoperto dai fratelli di Adele, Saverio benché perseguitato non si arrese e, pronto a ritornare sotto la finestra dell’amata, architettò un inganno degno di nota: sostituì il ferro degli zoccoli del suo cavallo con l’argento. Ciò costituiva un segnale per l’amata e un diversivo per gli ostili fratelli. I due così poterono continuare a godere l’uno degli occhi dell’altro. Tuttavia, arrivò la sera in cui Saverio mancò all’appuntamento. Causa della sua definitiva mancanza furono dei pesanti colpi di carabina che lo raggiunsero nei pressi del rione Samà. Sconvolta dalla morte dell’amato, Adele si rinchiude nel suo dolore. Non mangiava, non dormiva, non voleva vedere nessuno. Chi èra l’assassino? Perché? Sono domande a cui giunse finalmente la risposta. Non uno, non due ma tre furono le mani insanguinate: coloro che all’essere cognati preferirono essere giustizieri, e che da codardi nella notte scapparono a Corfù per evitare la condanna. Adele, affranta e arrabbiata, lasciò il palazzo imbarcandosi per Napoli dove venne accolta nel Convento delle “Murate Vive”. E’ qui che divenuta suora, trascorrerà il resto della sua vita.
Intanto dall’isola di Corfù, i condannati in contumacia operano per il loro ritorno senza macchia: in cambio della loro libertà promettono di rivelare alle autorità di una certa operazione rivoluzionaria che dall’isola di Corfù sarebbe approdata sulle coste calabresi per tentare di far insorgere gli animi al patriottismo contro i Borboni. Una spedizione capitanata da due fratelli, Attilio ed Enrico Bandiera, che sbarcati in Calabria furono traditi e fucilati il 25 luglio 1844 a Cosenza proprio a causa della delazione dei fratelli De Nobili a cui fu concesso il rientro in Italia. Il più piccolo di loro cercò di farsi perdonare dalla sorella ma ella rifiutò risolutamente di incontrarlo. Per Adele vivere non significò più nulla! Rimase chiusa nel silenzio fino alla morte, diventando così simbolo del rimorso per i fratelli che si erano macchiati le mani di sangue. Dopo la sua morte, molti testimoni giurano di aver visto una figura spettrale, vestita da suora, aggirarsi nel Palazzo De Nobili, oggi sede del Comune di Catanzaro. Il fantasma della fanciulla torna ancora nella casa paterna, nella speranza di rivedere ancora una volta l’amato Saverio. Ella vaga dannata per le stanze del palazzo in cerca di una finestra che nel tempo è stata murata, impedendo per sempre il loro ritrovarsi.
abiti: Istituto di Istruzione Superiore ITAS Tessile e Moda “B.Chimirri” Catanzaro
modelli: Serena Rotundo e Giovanni Lotito
Ricerca storica: Luigi Bilotto
Adattamento testi: Alessandra Key Cappa;
Acconciature e trucco: Vicky Guzzo hair stilist
Foto: Biagio Oliverio