Il vero Amore contro la morale. L’amore che sfida la sorte, le leggi dell’uomo e il castigo della chiesa. L’amore che diventa disperata arguzia, l’amore che diventa vita, felicità pur nella consapevolezza della vendetta.
Salerno, XI sec. Sichelgaita e Francesco sono due giovani studenti che per volere del Destino si incontrano. L’amichevole approccia tra i due ben presto diventa slancio l’uno verso l’altro. Lo slancio diventa pensiero e il pensiero attenderà dieci anni per diventare attrazione e amore così forte da sfidare il sacro vincolo del matrimonio che lega Gaita a Roberto il Guiscardo. Il loro amore finirà per tramutarsi in inganno e beffa per marito tradito. Tuttavia arriverà il momento in cui il beffato, befferà a sua volta svelando il cerchio dell’inganno che aprendosi con la morte finirà con la stessa.
La principessa Sichelgaita di Salerno e Francesco Vezza
Sichelgaita nacque a Salerno nel 1036 da Guaimario IV principe di Salerno e da Gemma, figlia del conte Landolfo di Teano. Trascorse l’infanzia e la fanciullezza nel monastero di S. Giorgio, contiguo al Palatium dove conobbe l’arte medica sin da fanciulla e subì una grande attrazione per lo studio, la bellezza dei classici latini e greci e la sapienza delle Sacre Scritture. Furono proprio gli studi a farle incontrare quello che sarebbe passato alla storia come uno degli amori più grandi della nostra terra. Per quanto i due sembrassero così diversi, lei educanda con la sua singolare aria da nobildonna di alto rango e lui apprendista di medicina, ragazzo franco, splendente e troppo intuitivo, il legame nato quasi per gioco, senza tener conto delle regole di costume e società che il loro tempo imponeva a beneficio della verde incoscienza, si trasformò nello sconsiderato bacio che significò per Gaita il dolce addio alla fanciullezza e successivamente a Francesco, che ultimati gli studi inseguì la sua arte di medico. Dovettero attendere dieci anni per incontrarsi ancora, tempo in cui Gaita da fanciulla era mutata in signora, la signora di Roberto il Guiscardo. Come per il loro primo incontro, anche il rivedersi accadde per caso. I due si incontrarono a San Marco, nuova residenza della principessa e luogo in cui Francesco era stato convocato in qualità di medico proprio presso la dimora del Guiscardo per curare un incidentato. Anche se ormai adulti, i due si riconobbero subito, e superato lo sconvolgente momento, Gaita lo convocò ancora successivamente, complice l’assenza del Giuscardo e la sua “premura” per la salute dell’incidentato. Incontratisi in tal modo più e più volte nella famosa Torre Normanna, tra i due tornò la stessa sintonia che li aveva accesi in gioventù, sintonia che la principessa provò a combattere e sotto cui perì miseramente a causa di un bacio d’addio così appassionante da sfociare nell’uragano nascosto in cui i due precipitarono poco dopo. Fonti scritte parlano di una profonda crisi attraversata dai due che, seppur estremi devoti a Cristo, erano caduti vittima dell’adulterio, peccato mortale che per Gaita e Francesco rappresentava invece quella fiamma di vita che i due bramavano con tanto desiderio e sofferenza. Un amore così inarrestabile e forte che fu suggellato, esattamente nove mesi dopo, dal figlio Ruggero, attribuito falsamente al Guiscardo. Felice e spensierata, Gaita aveva fatto di quella torre il tenero nido d’amore da condividere, nei lunghi periodi di solitudine dal marito, con il suo prezioso amante. Quando il Guiscardo però rientrò a San Marco, la principessa fu preda dello sconforto: avrebbe passato interi mesi da sola senza il suo amore a causa dell’odiato marito! Aveva perciò bisogno di un piano. Le fonti raccontano che un giorno, persa con lo sguardo sconsolato oltre la finestra delle sue stanze, notò da lontano i tetti rossi del Convento della Matina, da lei stessa ordinato. Vide come la struttura fosse collegata direttamente con il Rivellino del Torrione dove lei stava. Fu così che nacque il caminetto sotterraneo e la famosa fontana, voluta dalla principessa per realizzare in segreto l’allaccio della via sotterranea tra l’Abbazia e il Torrione; costruzione benedetta dal cornuto Guiscardo cui era stata proposta dall’astuta sposa come via per scappare da eventuali assedi! Infine, convincendo l’abate Abelardo a fare di Francesco il medico del convento, Gaita raggiunse il suo scopo. Il triangolo maledetto era in atto: il Guiscardo spesso lontano per le battaglie, una via nascosta che collegava i due amanti, e la principessa che visse finalmente quella vita da moglie cui seguirono, sulla scia di Ruggero, la bella Costanza, Olimpiade e Guido. Purtroppo, per quanto un disegno goda di grande progetto e meticolosa virtù nell’attuazione, persiste sempre quell’insignificante margine d’errore in grado di sconvolgere il tutto. Quel margine fu il Guiscardo in persona che dubbioso dell’estrema fertilità della moglie, ordì un sagace inganno: la notte prima della sua nuova partenza si finse ubriaco non toccando affatto la moglie, e quando tempo dopo Gaita annunciò una nuova gravidanza, per Roberto fu la conferma di un amante. Non riuscendo a cogliere in flagrante la sagace adultera aiutata dall’abile inganno del caminetto sotterraneo, fu la sorte ad aiutare il marito cornuto: recandosi presso il convento, a Roberto il Guiscardo fu presentato il nuovo medico, Francesco appunto. Notando l’estrema somiglianza con il primogenito Ruggero, preso nota da quanto tempo egli operasse nel convento e di chi l’aveva voluto al servizio dell’abate Abelardo, Roberto preso da grande ira per la beffa della moglie, giurò vendetta. Tempo dopo in un agguato Francesco venne ucciso e lasciato alla mercé di cani selvatici che dilaniarono il corpo prima di lasciare che fosse ritrovato. L’assassino non fu mai catturato, ma Gaita intuì subito la verità. Abbandonata ormai al suo destino maledetto, le fonti dicono che la principessa riprese il suo ruolo di consorte in apparenza felice e soddisfatta, rimanendo accanto al marito fino alla morte di costui, un morte la cui natura alcuni mettono in dubbio. Certo è che il Guiscardo morì poco dopo aver bevuto un sorso di una medicina offerta dalla servizievole moglie.
abiti: Sara Neglia
modelli: Deny Kale e Francesco Granato
Ricerca storica: Luigi Bilotto
Adattamento testi: Alessandra Key Cappa;
Acconciature e trucco: Vicky Guzzo hair stilist
Foto: Biagio Oliverio